Tipologia: sito archeologico
Sito visitabile: esternamente
Indirizzo: Da Via Santa Maria delle Camere verso Grotta Marozza dopo il Ponte della Fiora
Note: al momento i resti della torre si possono osservare da lontano poiché situati in una proprietà privata, mentre il ponte si può attraversare ed il mulino si può osservare solo dall’esterno.
Geolocalizzazione: 42° 5' 15.87'' N, 12° 39' 54.29'' E
Podium De Flora: tra la fine del XII secolo e l’inizio di quello successivo, il Podium de Flora era un insediamento agricolo, con il suo centro abitato e una torre posta a sua difesa, a controllo della via Reatina e del sottostante Fosso della Fiora. Nei secoli successivi, in modo analogo agli altri insediamenti fortificati presenti nelle vicinanze, anche tale podium venne abbandonato, determinando così il progressivo deterioramento delle sue strutture edilizie. Nel corso del Cinquecento il centro della vita rurale si spostò a est della torre e più in basso, in prossimità del fosso, grazie anche alla costruzione di un casale, dell’osteria con la sua cappella e del ponte. Si presuppone invece precedente il mulino situato nelle vicinanze del fosso. Il viandante qui era sottoposto al pagamento di un dazio ma poteva trovare ristoro nella vicina osteria, mentre il nucleo abitato poteva ricevere sostentamento dall’allevamento e dalla vendita dei prodotti ricavati dal mulino. Attualmente sono osservabili i resti del ponte, del mulino e della torre. La Torre del Fiora è un rudere medievale del XIII secolo appartenuto a un borgo fortificato. Svetta su una piccola altura e domina la campagna circostante. Fu posta a guardia del Ponte della Fiora esistente già nell’anno 800 quando vi transitò Carlo Magno diretto a Roma per essere incoronato imperatore da Papa Leone III nella notte di Natale. Vicino al ponte si trovano i resti di un vecchio complesso utilizzato per la molitura del grano lungo le acque del Torrente Fiora. Entrambi i ruderi sono recintati e inagibili, ma ben visibili da poca distanza.
Testo: Nadia Coccia e Raffaello Conti
Foto: Raffaello Conti, Pasquale Colabuono (CAI Monterotondo) e Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”