Tipologia: parco storico
Sito visitabile: internamente
Accesso: Piazzale del Parco della Rimembranza - 00197 Roma (RM)
Orario: dalle ore 7.00 al tramonto
Per info tel: 060608
Sito web: Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Geolocalizzazione: 41°55'43.8"N 12°28'56.0"E

Il parco di Villa Glori occupa una rupe di forma quasi quadrangolare che si affaccia ripida su un'ansa del Tevere; boschetti e sentieri in discesa si alternano nei suoi 25 ettari fino a raggiungere nella parte pianeggiante i quartieri Parioli e Flaminio. In origine era uno spazio rustico destinato a vigna e a caccia, dotato di semplice casale fortificato più volte rimaneggiato nel tempo. Nel 1863, durante la Campagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma dal Papato, combattuta dai volontari di Garibaldi tra il Viterbese, Nerola, Montelibretti, Monte S. Giovanni, Monterotondo, Mentana, questi ultimi si scontrarono con le forze pontificie proprio a Villa Glori, dove registrarono notevoli perdite. Negli anni '20, durante i lavori di valorizzazione della zona Flaminia, l'architetto Raffaele De Vico (Penne 18 aprile 1881 - Roma il 15 agosto 1969) vi impiantò 60.000 alberi e tra vialetti ombrosi, si incontrano pini, querce, ippocastani ed ulivi. Aperto al pubblico nel 1924,venne chiamato Parco della Rimembranza in memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale. Da un’idea della critica d'arte italiana Daniela Fonti, dal 1997 è stato creato un percorso di architettura contemporanea interno al parco denominato “Varcare la soglia”, con opere di Maria Dompè (Meditazione), Eliseo Mattiacci (Ordine), Maurizio Mochetti (Arco-laser), Nino Caruso (Portale mediterraneo), Pino Castagna (Monadi), Kounellis (Installazione), Nunzio (Linea), Mauro Staccioli (Installazione). Dal 2000, inoltre, sono state installate le opere di arte contemporanea la “Porta del Sole” di Giuseppe Uncini e “l'Uomo-Erba” di Paolo Canevari. Come negli altri parchi e ville di Roma, anche qui gli appassionati di sport possono trovare percorsi i più svariati per le loro pratiche.

Testo: Giuseppina Nucci
Foto: Ilaria Voso

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