Casaprota

Casaprota si trova a 523 metri di altezza sulle propaggini meridionali dei monti Sabini, nell'alto bacino del torrente Farfa, con il vicino e prospicente fosso Montenero.
La ricchezza di acqua nel suo territorio ha determinato, già in epoca romana, la presenza di zona agricola abitata, con relative ville agricole e fattorie sparse.
Tale struttura continua ad essere presente per tutto il medioevo.
Si inizia a parlare di "Casa Perotis o Perotae" nel 776.
Inizialmente dipendente dal duca di Spoleto Ildebrando, questa successivamente passò all'abbazia di Farfa che, grazie ad una lenta e paziente acquisizione, ne assorbì anche alcune proprietà longobarde presenti in zona.
Tra il VIII e il IX secolo merita attenzione l'impianto di immensi castagneti su vaste aree del territorio, estintisi purtroppo nei secoli.
Del castello si ha notizia agli inizi del X secolo e probabilmente furono gli stessi monaci farfensi a costruirlo. L'abate Campone presto lo alienò cedendolo alla propria moglie Liuzza ed ai loro figli.
Solo nel XII secolo, durante il pontificato di Celestino III, si ha nuovamente notizia di Casaprota: le potenti famiglie De Romania e Camponeschi si contendevano il possesso della Chiesa di S. Angelo.
Si può presumere che il castello (costruito attorno al X secolo) in quel periodo appartenesse ai De Romania tanto che, a fine XIII secolo, esso passò ad un loro ramo collaterale, i Brancaleone.
Nel 1476 questi lo vendettero agli Orsini che lo amministrarono fino al 1604 quando, incamerato dapprima dalla camera apostolica, venne poi inserito nel governatorato di Sabina con sede a Collevecchio.
Nel 1817 Casaprota, appodiata a Mompeo, fu inclusa nel distretto di Poggio Mirteto, governo di Fara.
Nel 1853, Comune autonomo di 500 anime, Casaprota aveva la parrocchia dedicata a San Domenico (42°15'03.4"N 12°48'18.1"E) e, nei pressi, il convento carmelitano di Maria Santissima delle Grazie, oltre alla Chiesa di Santa Maria della Croce con l'immagine miracolosa della Madonna, ed infine la Chiesa di San Michele Arcangelo del XIV secolo (42°15'08.6"N 12°48'15.0"E).
Nel territorio comunale erano presenti numerose attività artigiane e commerciali, nonché medico e farmacia.
Nel 1860 fu annesso al Regno d'Italia e fece parte della Provincia di Perugia fino al 1927 quando passò a quella di Rieti.
Nella parte alta del Comune si erge il Palazzo Filippi con torre circolare (42°15'03.1"N 12°48'17.0"E).
I proprietari ne furono i Gentili e per successione i Vincenti Mareri.
La più importante frazione di Casaprota è Collelungo, con tipica struttura a fuso.
Se ne ha notizia a partire dal 1043 per un acquisto di terreno da parte dell'abate Americo.
Le famiglie che si susseguirono nel possesso furono i Sanguigni (1403), i conti Mareri (1427), gli Orsini (1445/1513) ed infine la Santa Sede.
Dall'epoca della Repubblica Italiana (1849) diviene frazione di Casaprota, anche se per pochissimi anni era tornata ad essere Comune.
Il suo Statuto, importante documento che consente di conoscere usi e costumi del tardo medioevo, è conservato nell' Archivio di Stato di Roma.
Santa Maria delle Nevi (42°14'43.6"N 12°48'39.3"E) è chiesa parrocchiale con facciata neoclassica situata al centro di Collelungo, mentre al patrono del paese è dedicata la bella chiesa romanica di San Clemente Papa che la tradizione vuole eretta sui resti della villa di Faustino, suo genitore.
La Banda Comunale di Casaprota, denominata Filarmonica Giuseppe Verdi, risale al 1889 ed è conosciuta e stimata da sempre per l'alta preparazione musicale e il forte radicamento nel territorio sabino.

Il Palazzo del Gatto è un edificio del XIX secolo situato nel centro di Casaprota. Un tempo residenza di un’antica famiglia del luogo, mantiene mobili, oggetti, decorazioni artigianali, una suggestiva grotta del vino e uno spettacolare giardino panoramico, con un pozzo di acqua sorgiva e costruzioni agricole risalenti al XVIII secolo. Il Palazzo è utilizzato come residenza per artisti di diverse discipline e di chiunque usi la creatività come mezzo di espressione e interazione con il territorio e i suoi abitanti. E’ sede dell’Associazione Culturale Sabinarti che, oltre alle residenze artistiche, realizza esposizioni ed eventi culturali e organizza workshop internazionali di architettura per lo sviluppo di micro-progetti partecipati, che hanno lo scopo di “riattivare energia” in punti focali del territorio, attraverso la riabilitazione di edifici abbandonati, la valorizzazione di luoghi tradizionalmente “importanti” con sculture o land art.

Sito ufficiale del Comune di Casaprota: clicca qui

Fonte web: Sabina.it; Comune.casaprota; Siusa.archivi.beniculturali; tesoridellazio.it
Testo:Giuseppina Nucci
Foto: Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”