Tipologia: sito religioso
Sito Visitabile: esternamente ed internamente durante l’orario delle messe.
Indirizzo: Via Montecavallo n. 33, 02039 Toffia (RI)
Sito web: Toffia tra Arte e Storia
Geolocalizzazione: 42°12'43.2"N 12°45'00.3"E
In origine la chiesa era il “Palatium” ove risiedeva il signore feudatario del nascente “castrum Tophiae”. Si tratta di un grande edificio che sorge sul punto più alto del costone roccioso.
Il “Palatium” era probabilmente un edificio strutturato intorno ad un cortile interno che oggi è la navata principale della chiesa. Su di un lato era posto il “Maschio”, una torre di sezione quadrata impostata su una base contraffortata che oggi ha la funzione di campanile a seguito di una sopraelevazione realizzata nel tardo cinquecento con mattoncini in stile michelangiolesco.
La trasformazione in chiesa avviene agli inizi del XVI secolo. Secondo alcune fonti la cerimonia di fondazione della prima pietra va attribuita al nipote di Papa Giulio II, il Cardinale Galeotto Franciotti della Rovere, titolare di San Pietro in Vincoli e vice cancelliere dello Stato Pontificio.
L’inaugurazione della chiesa avvenne il giorno 2 luglio 1507 (giorno dedicato alla festa della Visitazione).
Pertanto alla Madonna sono particolarmente dedicati altari e cappelle. Tra quest’ultime nella navata destra la “Madonna del Rosario”, mentre a sinistra a fianco dell’altare c’è l’importante Cappella denomina “Madonna del Carmelo”.
Il nome di questa deriva da un dipinto posto nell’ovale della volta che rimase distrutto nel 1703 durante un terremoto e che doveva trattarsi di una raffigurazione di Madonna del Carmelo.
Attualmente restano poche tracce del dipinto. La cappella ha avuto diversi interventi nel tempo per il tramite di varie famiglie importanti di Toffia fino a quando assunse la forma definitiva per opera della famiglia Falcone che affida i lavori di decorazioni ed affreschi al famoso pittore sabino Vincenzo Manenti.
Alla sua mano sono attribuiti, nei diversi scomparti rettangolari nell’arco della cappella, San Pietro, Santa Lucia, San Paolo e Santa Caterina.
A questi si aggiungono nei riquadri più grandi, all’interno, Elia e il carro di fuoco, la fuga in Egitto, l’incoronazione della Vergine.
La cappella “Madonna del Rosario” o della Speranza, si trova sulla navata di destra. L’impianto architettonico è costituito da un ordito classico con due colonne e trabeazione superiore. All’interno vi è un riquadro con dipinto.
Oltre le colonne sette riquadri delimitano la cappella dal basso verso l’alto sino all’imposta della trabeazione.
Si tratta di riquadri a cornice in stucco che contengono ognuno un piccolo dipinto di forma quadra opera di Vincenzo Manenti o della sua bottega.
I temi sviluppati sono quelli relativi a scene di vita della Vergine. Tra questi di particolare valore artistico L’incoronazione della Vergine e la Visitazione.
A seguito di lavori di restauro, in altre due cappelle sono stati scoperti due affreschi inediti del tardo ‘500. Il primo rappresenta la Vergine Maria in trono, incoronata da due Angeli, il Bambino benedicente.
Il secondo rappresenta la Vergine del Rosario, cioè, seduta in trono, coronata da due Angeli e, assieme al Bambino, che, ignudo, le sta dritto in grembo, in atto di porgere rosarii al Santo e alla Santa dell'Ordine dei Predicatori.
Nel primo dipinto, la Madonna siede su di un trono alto sulla cui fronte vi è un iscrizione parzialmente leggibile.
Termina con una data che è quella del 1584. Nel secondo dipinto la Vergine del Rosario, emerge un ritratto severo ma di grande portamento della Vergine che rende questo dipinto molto suggestivo.
Di particolare interesse è l’apparato ornamentale superiore dipinto come un baldacchino o tendaggio elegante nella forma e nei dettagli.
Tra le altre opere artistiche presenti nella colleggiata possiamo annotare la fonte battesimale di pregevole fattura e un crocefisso dipinto su legno tardo romanico rappresentante un Christus Pathiens.
colto al culmine dell'agonia nel momento della morte. Rappresenta la visione cruda e drammatica di denuncia del sacrificio estremo. Si tratta di un dipinto su tela e montato su supporto ligneo.
E’ stato trasportato qui dalla Chiesa Madonna di Loreto.
Fonte web: Toffia tra Arte e Storia
Testo: Maurizio Pettinari
Foto: Maurizio Pettinari