A nord della “Città Giardino - Aniene”, su di un piccolo altipiano chiamato Tufello, sorge uno tra i tanti quartieri popolari periferici I.C.P., nei quali furono trasferiti i cittadini allontanati dal centro della città a causa degli sventramenti messi in atto dal regime fascista, per enfatizzare il carattere monumentale e rappresentativo di “Roma Capitale”.
Il più antico intervento della zona si trova in viale Jonio all’angolo con via Capraia ed è composto da alcuni fabbricati su tre piani degli anni ’20, contemporanei alle costruzioni di Città Giardino e Garbatella.
Le abitazioni sono formate da due corpi coperti da tetto a capanna ed unite da un elemento arretrato ed accessibili da scale esterne.
Nel 1935 ebbe inizio la costruzione per gli sfrattati dalle zone di piazza Navona, via delle Botteghe Oscure e Borghi e per i primi cittadini rimpatriati dalla Francia a seguito della guerra.
Il programma dell’I.C.P. prevedeva tre fasi di sviluppo successivo.
Il primo nucleo aveva un carattere semi – intensivo con fabbricati di due o tre piani, dotati di spazi verdi utilizzati ad orto o a giardino.
La seconda fase, edificata fino al 1940, è invece intensiva come prevista dal P.R.G. del 1931 con edifici di quattro o cinque piani, di forma lineare senza cortili chiusi.
Il terzo intervento, tra gli anni ’50 e ’60, propone edifici fino a sette piani, acuendo ancor di più il carattere ad alta densità insediativa e rinunciando alle aree verdi.
È evidente nel Tufello un’impostazione di stile razionalista nell’architettura e nell’urbanistica, che si rilegge nella disposizione semplice dei fabbricati, negli edifici puri (costruiti come volumi essenziali), nell’assenza di decorazioni, nella povertà cromatica delle facciate e nello sfruttamento intensivo del territorio.
Nel confronto con la vicina Città Giardino, appare evidente la svolta epocale che il razionalismo ha prodotto in Europa e come le sue teorie sono state utilizzate qui in maniera scarna e semplificata, per raggiungere l’obiettivo della maggiore edificazione possibile.
I due quartieri nascono con obiettivi molto diversi: la Città Giardino (destinata ad un ceto medio) è stata edificata seguendo le teorie dell’inglese Howard con l’intenzione di realizzare l’ambiente idilliaco distaccato dalla città. Il Tufello, invece, è servito ad accogliere abitanti di modesta estrazione costretti ad allontanarsi dal loro ambiente originario; non è un caso che il cinema neorealista lo scelga per ambientarvi le proprie storie (vedi “Ladri di biciclette “ di Vittorio De Sica).
Nel nucleo storico del quartiere è interessante il grande isolato a forma di trapezio, tra via delle Isole Curzolane, via Vigne Nuove, via Monte Massico e via Capraia, denominato “Quartiere dei francesi”, la cui progettazione risale agli anni ’40 per ospitare i rimpatriati della seconda guerra mondiale.
Anche in questo caso gli edifici sono di elementare forma cubica, intonacati, di monotonia cromatica che accentua l’anonimia dei prospetti.
Vivacizzano l’ambiente gli spazi interni dotati di ampie zone verdi arredate con panche, arcate e porticati.
Negli anni 1932 – 43 fu costruito il grande complesso edilizio di Valmelaina che ricorda i tipici esempi delle case operaie ottocentesche, in genere formate da blocchi di abitazioni a forma di parallelepipedo, con ampi cortili interni, in cui si affacciano gli ingressi dei corpi scala (tipico esempio il “Karl Marx Hof” di Vienna del 1927).
Nel 1950 tra via Capraia e via Monte Massico fu costruita la chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, progettata dall’architetto Tullio Rossi e realizzata dall’ingegnere Fornari.
Nel 1951 – 53 fu realizzato dall’I.C.P., tra via delle Isole Curzolane e via Capraia, un gruppo di case di cinque piani a volumetria geometrica semplice senza decorazioni, costruite con materiali poveri.
Nella piazza dei Colli Euganei, unica del quartiere, è stato realizzato nel 1958 il mercato coperto, progettato dall’architetto Elena Valentini Romoli, prima architetto donna di Roma.
La scuola media Aldo Manunzio è in via Monte Ruggero ed è dedicata al tipografo e letterato (1447 – 1515) che a Venezia creò il carattere “Aldino” e costituì l’Accademia Aldina dove i membri dovevano parlare in greco.
La chiesa del SS. Redentore, opera degli architetti Viviana Rizzi ed Ennio Canino (nel 1977), si trova in via Gran Paradiso ed è caratterizzata dalla facciata divisa in tre corpi di fabbrica rispecchiante lo spazio interno. Un’ampia tettoia è posta a protezione del portale di ingresso e sulla parte più alta dell’edificio è stata collocata una croce a forma di stella.
Da segnalare in via Gran Paradiso l’unica piscina coperta pubblica del quartiere, purtroppo insufficiente rispetto al numero degli abitanti.
La denotazione di “Città storica” data dal nuovo P.R.G. è da ricercare nella considerazione del Tufello – Valmelaina quale punto di accumulazione per la più recente espansione urbana; vi si ritrovano i concetti di pianificazione urbanistica di componente sociale che appartengono alla storia della città in generale e del Municipio Montesacro in particolare.
Da visitare al Tufello e Val Melaina
Casa dei Francesi al Tufello Complesso I.C.P. anni ’40 tra via delle Isole Curzolane e via di Vigne Nuove detta Casa dei Francesi poiché ha accolto i primi cittadini rimpatriati dalla Francia a seguito dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Complesso I.C.P. (1942-’44) a Val Melaina Set cinematografico del film “Ladri di Biciclette”.
Fonte web: www.romamontesacro.it
Testo: Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”
Foto: Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”