La più accreditata ipotesi storica è quella che vede l’origine del paese derivante dal console romano Caio Brutti Praesentis, suocero dell’imperatore Commodo che aveva sposato nel 187 d.c., sua figlia Bruzia Crispina Augusta (i luoghi sabini erano molto amati dalla famiglia imperiale e infatti Lucilla, la sorella dell’imperatore e figlia di Marco Aurelio, aveva una villa vicino a Montopoli con annesse le terme, “I bagni di Lucilla”).
Il console Caio Brutti Praesentis usò principalmente l’agglomerato sabino nel ruolo e nella rilevante funzione di fortificazione personale.
Ne fa menzione la lapide di Cnaeus Lentulus Gaetulicus in cui si parla di una Villa Bruttiana in sabinis suis, ritrovata a metà dell’800 sulla via Salaria, detta in quel punto Via Bricta e in seguito un contratto dell’anno 1018 stipulato tra Ugo abate di Farfa da una parte e dominum Octavianum (conti Margani e Boccamazzi, tra i quali ricorre anche il nome di un certo Pietro seniorile) e i suoi parenti dall’altra firmato intra castellum quod vocatur Britti e infine un’altra carta del 1096 nella quale è nominato il conte Lando de oppido quod nominatur Britti al quale l’abate Berardo di Farfa concede in feudo una metà dell’acqua di Corese per potervi edificare un mulino.
Accreditato ormai il nome unitamente all’esistenza del castello, sotto i Longobardi il territorio fu annesso al Ducato di Spoleto e di lì fu un camminare in parallelo con l’Abbazia di Farfa.
Un fattore di grande e vitale importanza è stato, comunque, per la cittadina, la posizione geografica strategica, facente da crocevia per i traffici tra Nord e Sud, ed a metà strada tra i mari Adriatico e Tirreno.
Anche per questo motivo di carattere militare, Montelibretti è sempre stata oggetto di scontri di grande peso politico, continuati fino al 1337 d.C., quando il borgo fu acquistato dagli Orsini di Gravina di Puglia, che tra l’altro considerarono Montelibretti feudo o stato: Lo dimostra lo Statuto del XV secolo scoperto dallo studioso Enrico Celani e custodito nella Biblioteca della Città Metropolitana di Roma Capitale (ex Provincia) che così recita “Statutum Castri Montisbrittorum per ecc.mo Franciscum de Ursinis Gravinae ducem conditum” feudo che comprendeva Nerola, Scandriglia, Ponticelli, Montorio e Monteflavio (Lo statuto regola i rapporti tra il Duca e i sudditi in tutti i campi della vita del borgo, dalle leggi civili, penali e tributarie, gabelle varie, alle attività economiche agricole e di pastorizia per lo più).
Nel 1644 come da un atto di vendita dell’8 aprile, custodito nell’Archivio della Biblioteca Universitaria della California (Los Angeles), tutto il feudo viene acquistato dalla nobile famiglia Barberini, diventata importante grazie anche alla nomina papale del card. Maffeo Barberini come Urbano VIII.
. Nel 1811 passò ai Colonna Sciarra. Dette proprietà furono espropriate in danno del principe Maffeo Barberini Colonna Sciarra in favore della Banca d’Italia nel settembre del 1900.
Rivendute nel 1905 al senatore G. Bombrini, che, a sua volta, li rivendette al duca Pietro Lante della Rovere nel 1909.
E’ da ricordare l’attività pubblica di Maffeo Barberini Sciarra (appena citato), nei primi del novecento, animatore della vita culturale e mondana romana, editore di riviste letterarie tra cui la Tribuna Illustrata su cui scrivevano scrittori come Grazia Deledda e Gabriele D’Annunzio.
Infatti D’annunzio che fu anche suo grande amico veniva ospitato nel castello di Montelibretti e nella villa di Montemaggiore : in entrambi i luoghi l’artista si dilettava a organizzare, feste con spettacoli teatrali scritti e sceneggiati da egli stesso a volte con coreografie grandiose ed esteticamente notevoli (ricordano l’atmosfera elegante e magniloquente degli arredi e delle suppellettili descritti quell’atmosfera all’ambiente letterario del romanzo dannunziano “Il Piacere”).
Montemaggiore ci offre anche lo spunto per ricordare le battaglie tra i soldati di Garibaldi che fu anche ospitato nella villa e le truppe pontificie e francesi, che si svolsero appunto nei pressi di Montemaggiore, nel centro storico e nel castello di Montelibretti il pomeriggio del 13 ottobre 1867.
Ne sono testimonianza un monumento dedicato ai 300 volontari caduti che erano agli ordini dell’Uomo dei Due Mondi, e i cimeli conservati ed esposti presso il Museo nazionale della campagna dell’Agro Romano per la liberazione di Roma, sito a Mentana.
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Testo: Daniela Imperi
Foto: Raffaello Conti e Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”
Bibliografia essenziale:
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Zeri, Federico, Pittura e controriforma. "L’arte senza tempo" di Scipione da Gaeta, Neri Pozza, 1957.
siti web:
www.oac.cdlib.org/institutions/UCLA (OAC- Online Archive California- UCLA/Library Special Collections-Università della California di Los Angeles)
www.comunemontelibretti.it
www.prolocomontelibretti.it
www.culturaitalia.it
www.romaepiu.it