Tipologia: struttura risalente ad epoca romana
Sito visitabile: esternamente
Indirizzo: Ponte Sant'Angelo - 00186 Roma (RM)
Geolocalizzazione: 41°54'08.9"N 12°27'59.1"E

Considerato il più bel ponte di Roma, collega il lungotevere Vaticano a piazza di Ponte Sant’Angelo.
Realizzato nell'anno 134 per volere dell' imperatore Adriano, voleva creare un collegamento tra la riva sinistra del fiume Tevere e il mausoleo di Adriano (chiamato oggi Castel Sant'Angelo). Originariamente, il ponte, aveva tre arcate. Quando, nel 1893, vennero costruiti gli argini del Tevere, il ponte venne ristrutturato e anche le arcate vennero modificate e rese più moderne. Nel 1535 il papa Clemente VII decise di adornarlo con delle statue. Delle numerose sculture messe in opera in quel periodo rimangono solo le statue di san Pietro e san Paolo poste alle estremità del ponte,(figure cardine sulle quali poggia la storia della Chiesa, l'uomo della prima pietra e il più grande missionario).
Fu invece nella seconda meta del 600' che vennero posati sul ponte Adriano i dieci angeli che tuttora ne sono il simbolo.
Nel 1669, infatti, il pontefice Clemente IX diede l’ordine di ricostruire il parapetto di Ponte Sant’Angelo. L’incarico venne affidato a Gian Lorenzo Bernini, maestro indiscusso del Barocco, le statue degli angeli furono poggiate sul nuovo parapetto. Ogni figura alata ha con sé uno degli oggetti della Passione di Gesù, gli strumenti con i quali Cristo venne torturato.
Il ponte però fu anche teatro di avvenimenti tragici. Troppi i pellegrini che, per il giubileo del 1450 lo attraversarono, tutti insieme. Un peso eccessivo per la struttura, che crollò. I testi dell’epoca raccontano di molte persone morte. In conseguenza al fatto, venne modificata l’urbanistica del luogo, con l’abbattimento di edifici che si trovavano in prossimità dell’entrata del ponte, in modo da scongiurare l’effetto imbuto. Non basta: in un palazzo che oggi non esiste più e che si affacciava sul ponte, venivano uccisi i condannati a morte, che poi venivano barbaramente esposti sul ponte. Perché tutti i cittadini ne traessero insegnamento.

Testo: Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”
Foto: Danilo D’Anto’

Tipologia:struttura ingegneristica contemporanea
Sito visitabile: esternamente
Indirizzo: Ponte della Musica Armando Trovajoli - 00195 Roma (RM)
Sito web: ArchiDiAP
Geolocalizzazione: 41°55'34.6"N 12°27'31.1"E

Il ponte della Musica-Armando Trovajoli è un ponte di Roma che attraversa il Tevere tra i quartieri Della Vittoria e Flaminio (aree del territorio comprese tra i Municipi II, XVII e XX). Più in dettaglio, l'intervento è strutturato in direzione est-ovest, collegando l'auditorium Parco della Musica, il parco di villa Glori, il museo del MAXXI e il teatro Olimpico con il complesso sportivo del Foro Italico, l'ostello della gioventù, lo spazio verde di Monte Mario, il museo del Genio e l'auditorium della Rai. Realizzato in acciaio, cemento armato e legno, tale ponte ospita nella parte centrale un corridoio predisposto per il trasporto pubblico protetto, mentre ai lati è riservato all’uso ciclabile e pedonale. Il progetto è stato redatto dalla Buro Happold di Londra, uno studio conosciuto a livello internazionale i cui lavori si possono ammirare tra gli altri ad Abu Dhabi e a New York, in seguito alla vittoria di un concorso internazionale di progettazione indetto dal Comune di Roma nel 2000. La sua costruzione è iniziata nel 2008 e si è conclusa nel 2011. A due anni di distanza è stato intitolato alla memoria di Armando Trovajoli, assumendo l'attuale denominazione. L’opera è caratterizzata da una struttura ad arco lunga 190 metri, con un design contemporaneo che le conferisce eleganza e leggerezza.

Testo: Nadia Coccia
Foto: Ilaria Voso

Tipologia: complesso storico - sportivo
Sito visitabile: esternamente ed internamente
Indirizzo: Viale del Foro Italico - 00135 Roma (RM)
Tel.: 06 0608
Sito web: turismoroma.it
Geolocalizzazione: 41° 55' 55.27'' N, 12° 27' 30.91'' E

Superato Ponte Milvio, nell’area un tempo nota come i Prati della Farnesina, si trova il complesso del Foro Italico, fra i maggiori esempi di architettura razionalista in Italia, ideato e realizzato tra il 1927 e il 1933 su progetto dell’architetto Enrico Del Debbio e commissionato dall’Opera Nazionale Balilla, organizzazione istituita dal regime fascista "per l'assistenza e l'educazione fisica e morale della gioventù".
Le prime opere del Foro furono inaugurate nel 1932: l’Accademia di Educazione Fisica, progettata da Del Debbio e il retrostante Stadio dei Marmi, realizzato in marmo bianco di Carrara così come le 60 statue al suo interno che rappresentano le diverse discipline sportive.
A sinistra dell’Accademia si trova il Palazzo delle Terme, realizzato tra il 1935 e il 1937 su progetto dell’ingegnere Costantino Costantini, che include le piscine decorate a mosaico da Angelo Canevari e Giulio Rosso, e l’Accademia della Musica.
Tra i due insiemi edilizi si inserisce il Grande Piazzale dell'Impero (1936) progettato dall’architetto Luigi Walter Moretti, pavimentato a mosaici, con figure nere su fondo bianco, in parte su cartoni di Gino Severini. Lungo il viale si trovano 22 parallelepipedi marmorei a sezione rettangolare, 11 per lato, che rappresentano le tappe della storia d’Italia dal 1915 al 1936.
All’estremità occidentale del piazzale sorge la Fontana della Sfera (1933), realizzata dagli architetti Giulio Pediconi e Mario Paniconi, costituita da un’ampia vasca circolare e da una grande sfera, realizzata da un unico blocco di marmo proveniente dalle cave di Carrara. In asse alla fontana e al Ponte Duca d’Aosta si eleva la Stele Mussolini posta nel 1932, opera di Costantini.
All’estremità Sud del Foro Italico si trova la Casa della Armi (1933-1936) progettata da Moretti, costituita da due edifici posti a L il cui fronte nord è caratterizzato dalla vetrata a tutta altezza a fianco di un ampio mosaico con figure mitologiche.
Il complesso architettonico del Foro comprende poi lo Stadio dei Cipressi (1932) poi Olimpico (1938), lo Stadio del Tennis, le due Foresterie (1934-1935), e la Colonia Elioterapica (1933).

Testo: Animaeacqua Associazione Culturale
Foto: Danilo D’Anto’

Tipologia: struttura risalente ad epoca romana
Sito visitabile: esternamente
Indirizzo: Ponte Milvio - 00196 Roma (RM); le testate del ponte si affacciano su Piazza Ponte Milvio (riva destra del Tevere, quartiere Tor di Quinto) e su Piazza Cardinale Consalvo (riva sinistra, quartiere Parioli).
Sito web: Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; Vigna Clara Blog
Geolocalizzazione: 41°56'05.0"N 12°28'02.3"E

Ponte Milvio, uno dei più antichi di Roma, è ricordato con questo nome per la prima volta da Tito Livio riguardo alla battaglia del Metauro (207 a.C.) e in seguito (312 d.C.) per quella tra Costantino I e Massenzio. Nelle campagne intorno al ponte si infatti combatté la battaglia decisiva fra i due condottieri e i rispettivi eserciti. Secondo la tradizione, Costantino vide apparire nel cielo un segnale prodigioso prima che iniziassero gli scontri: una croce e la scritta “ἐν τούτῳ νίκα”, “In hoc signo vinces” (in questo segno vincerai). Nella notte successiva Cristo gli apparve in sogno, ordinandogli di adottare il simbolo cristiano del chi-rho, XP, detto anche monogramma di Cristo, nei labari, le insegne che avrebbero accompagnato l’imperatore in battaglia e sotto questi “segni” i soldati sconfissero Massenzio, dando inizio alla conversione al cristianesimo dell’imperatore e della sua corte.
Il ponte attuale in muratura è stato realizzato nel 110-109 a.C. dal censore Marco Emilio Scauro, a sostituzione del primo ponte di legno del III secolo a. C. Chiamato in origine Mulvius e poi Milvius, si corruppe nel Medioevo in Molbius e Mole fino a Molle, ancora presente nella dicitura popolare. Secondo altre versioni, il termine Ponte Mollo deriverebbe dal fatto che è il primo ponte a essere sommerso dall’acqua delle piene del fiume Tevere.
L’aspetto attuale è frutto di numerosi riadattamenti avvenuti nel corso dei secoli. Il ponte, costruito in tufo di Grotta Oscura nel nucleo e pietra sperone nel rivestimento, aveva quattro archi con ghiere in travertino - che si conservano in due delle arcate verso la sponda sinistra - e due arcatelle, sostituite già in antico con passerelle mobili di legno. Dopo ripetute distruzioni e modifiche, Giuseppe Valadier progettò nel 1805 la sistemazione che si vede oggi, collegando le sponde con due nuove arcatelle in muratura, più basse di quelle centrali, e trasformando il torrione quadrato settentrionale che ne rinforzava le estremità in porta fortificata in stile neoclassico. Una delle arcate centrali, quella settentrionale, fu fatta saltare dai garibaldini nel 1849 per ostacolare l’avanzata dei francesi e quindi restaurata da Pio IX. I piloni sono provvisti di frangiflutti a base triangolare e di aperture ad arco, necessarie, in caso di piena per un miglior deflusso delle acque.
La testa del ponte dal lato sinistro è ornata dalle statue marmoree del presbitero polacco Giovanni Nepomuceno di Agostino Cornacchini (1731) e dell’Immacolata di Domenico Pigiani (1840). A destra, all’imbocco del ponte, prima della porta di Valadier, si trovano le copie delle due statue del gruppo “Il battesimo di Cristo” che Francesco Mochi scolpì nel 1633, i cui originali si trovano ora nel Museo di Roma di Palazzo Braschi. La forzata divisione delle due figure – che originariamente rappresentavano correttamente il gruppo del Cristo che riceve l’acqua dalla mano del Battista – sembra essere dovuta alla volontà di rigore ed estrema simmetria di Valadier, che non trovò altra soluzioni nella ricerca opere da collocare sul ponte e che ancora oggi, per quella divisione di pochi metri tra i due protagonisti, suscita non poca meraviglia e ironia.
Nel 1951 il traffico veicolare è stato ridotto perché indirizzato al vicino Ponte Flaminio di nuova costruzione, mentre dal 1978 il ponte è completamente pedonalizzato.

Testo: Ida Anna Rapinesi
Foto: Ilaria Voso