Cantalice

Cantalice, piccolo borgo medioevale di circa 2800 abitanti, è situato alle pendici del Monte Terminillo, a 660 mt sul livello del mare. Il suo territorio si estende, per circa 38 kmq fino alla “Riserva dei Laghi Lungo e Ripasottile” e confina con i comuni di Rieti, Poggio Bustone e Leonessa. Cantalice, paese natale di San Felice, 1° santo dell’ordine dei Cappuccini, è attraversato dal “Cammino di Francesco” e dal “Cammino di Benedetto” nel tratto che collega il Santuario Francescano di San Giacomo di Poggio Bustone al Santuario di Santa Maria de La Foresta in direzione Rieti. E’ inoltre attraversato dal cammino “Di qui passo Francesco” e “Con le ali ai piedi”. La prima citazione di Cantalice risale al 1081. L'origine del paese si fa dunque risalire all'epoca tarda romana quando, in seguito a numerose invasioni da parte dei saraceni, le frazioni vicine a Cantalice (Rocca di Sopra, Rocca di Sotto e Rocchetta) si unirono per costituire un centro inattaccabile. Il centro appare isolato ed inespugnabile grazie alla scabrosità del colle dove sorge il paese ed alle case serrate tra loro fino al punto più alto dominato dalla Torre del Cassero. L'insediamento era articolato nella rocca, di cui oggi resta la torre con cisterna interna, più volte risistemata come dimostra la forma in parte cilindrica, in parte rettangolare, che dominava dal ripido sperone l'accesso alla montagne e il villaggio che si era formato a poco a poco, ai piedi della struttura fortificata. Il nome Cantalice deriva dalla contrazione di due termini, uno greco e l'altro latino, cata ed ilex (presso il leccio); si narra infatti che un leccio sia nato da una roccia bianca dietro la sagrestia della chiesa della Madonna delle Grazie. Da alcune ricerche storiche molto frammentate, sembrerebbe che tale roccia, ritenuta miracolosa per propiziare la fecondità, fu rimossa dalla sua originale posizione intorno al 1200 per ordine di Papa Innocenzo III, preoccupato dalla devozione definita "troppo pagana" verso questa pietra. Segretamente custodita per alcuni secoli, alcune fonti indicano che riapparve improvvisamente intorno al 1610 dove si trova tutt'oggi, sul lato destro della fontana "Scentella" (visibile lungo la strada tra Cantalice inferiore e Cantalice superiore).

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Testo: Proloco di Cantalice
Foto: Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”

 

  1. Chiesa di San Liberato
  2. Chiesa della Madonna delle Grazie
  3. Chiesa Santa Maria del Popolo
  4. Chiesa Madonna della Misericordia
  5. Chiesa di San Felice da Cantalice
  6. Chiesa Madonna della Pace
  7. Eremo di San Gregorio
  8. Santuario di San Felice all’Acqua

 

rivodutri


Nel territorio di Rivodutri il pellegrino non potrà non sostare all’ombra del Faggio di San Francesco, in località Cepparo.

Nel centro abitato avrà invece modo di osservare fregi, simboli e iscrizioni sull’Arco Alchemico, portale in pietra calcarea scolpito a bassorilievo. Verso la Via Ternana si trovano le Sorgenti di Santa Susanna, tra le più grandi d’Europa per portata d’acqua (5000 litri/s) e monumento naturale fin dal 1977. Una visita merita sicuramente, in particolare in una delle giornate dedicate alle attività di inanellamento, la Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, istituita allo scopo di tutelare e studiare le peculiarità dell’ambiente lacustre della piana reatina.

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Foto: Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”


 

  1. Il Faggio di San Francesco

 

Monteleone Sabino

Con una popolazione di 1224 abitanti, il suo territorio si sviluppa su una  superficie di kmq 19,04. L’abitato è localizzato ad un’altitudine di 496 m. s.l.m. Amministra le frazioni di Case Sparse, Ginestra Sabina, Largo Moricone, Villa Pepoli e Matone. 
Il nome probabilmente deriva dalla famiglia Brancaleoni di Romagna che per alcuni secoli  ne sono stati i signori.
Il paese, risalente al medioevo sotto il nome di Castellum de Trebula, era probabilmente abitato dai discendenti dell'antica città romana Trebula Mutuesca sottoposta a  numerose invasioni barbariche.
Per sfuggire a quella  saracena l'abate Pietro di Farfa, si rifugiò proprio  a Trebula; fu lui a dotarla di fortificazioni e di torre (IX secolo).
L'Abbazia farfense restò proprietaria di Trebula e di Ginestra (quest'ultima risalente  al secolo XI ) fino al 1285, quando il nome Castellonis (Monteleone?) comparve come proprietà  Savelli.
Nel  XIV secolo i Brancaleoni ne divennero feudatari.. A questi succedettero i Cesarini fino al XV secolo quando la proprietà  passò agli Orsini  che lo detennero fino al 1480.
Ad inizo del XVII secolo tornò ad essere amministrato dalla Chiesa di Roma per mancanza di eredi Orsini.
A questo secolo risalgono il Monte di Pietà e l'ospedale, rimasto funzionante fino al 1739.
Dal 1860, con il Regno d'Italia, Monteleone fece parte della Provincia di Perugia; nel 1923 passò a quella di Roma ed infine dal 1927 a quella di Rieti. Nel 1863 la denominazione di Monteleone fu completata con Sabino.
Nota a margine merita la frazione di Ginestra Sabina (a km 1,77 da Monteleone Sabino) per la  torre del X secolo, che al suo interno conserva una campana del 1223,  tra le più antiche in Italia.
Altro suo  vanto è la "Banda Musicale Gen. Giacinto Dubois"  che nel 2011 ha compiuto cento anni di attività.
L'archivio sonoro del Circolo Gianni Bosio conserva la registrazione del canto di protesta "O Gorizia, tu sei maledetta" che Alessandro Portelli, storico e critico musicale, raccolse in versione popolare proprio a Ginestra nel 1973.

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  1. Museo Civico Archeologico Trebula Mutuesca
  2. Sito archeologico di Trebula Mutuesca
  3. Santuario di Santa Vittoria